Da Presepe-2010 |
giovedì 23 dicembre 2010
Buon Natale... Merry Christmas
venerdì 17 dicembre 2010
In Bianco e Nero... In Black and White... Nadar...
giovedì 16 dicembre 2010
LA VINCITRICE... THE WINNER...
Ma torniamo a noi. Ecco il risultato:
Oiseau complimenti per la vincita! Probabilmente Sarah Bernhardt voleva tornare in Francia ;o) Cortesemente mandami per e-mail il tuo indirizzo così ti invierò al più presto i miei libri e la bottiglietta di profumo. Spero ti piacciano.
mercoledì 15 dicembre 2010
LISTA GIVEAWAY + PREMIO
lunedì 13 dicembre 2010
La Voix d'or... La Voce d'oro
Ho semplicemente fatto lavorare un po' la fantasia immaginando di parlare con Sarah... Creando un ponte tra due mondi. Spero lo troviate interessante e che vi permetta di sognare un po' senza farvi distrarre eccessivamente dal Natale imminente. Dimenticarsi per qualche attimo delle ansie e dei pensieri tristi non è poco e spero di contribuire a modo mio. Le amiche internazionali interessate alla lettura possono utilizzare GOOGLE TRANSLATOR.
Ho scritto questo articolo-racconto per cominciare a tirare le somme su questo "periodo" di reciproca conoscenza di due colonne del teatro del primo novecento (pieno stile Liberty). Chi ama questo stile può capirmi quanto fascino esso eserciti per me.
La Voix d'or... La Voce d'oro
«Ecco… Lo sapevo… Sono rimasta chiusa dentro! Sono la solita distratta che si ferma a sognare e rimane sempre indietro. E ora che faccio?».
È a questo punto che mi rendo conto di essere rimasta chiusa all’interno del teatro.
Finalmente a Parigi... al Théâtre de la Renaissance…
Ci tenevo molto a visitarlo visto che amo i teatri d’epoca, ma chi se lo immaginava che avrei avuto occasione di visitarlo a oltranza! Ero seduta su una delle poltrone di fronte al palco e senza che me ne accorgessi avevo perso la guida e il gruppo degli altri visitatori. Solo quando hanno spento le luci del teatro ero tornata al mondo reale. Mi ero fermata a fantasticare immaginando quasi di sentire echi di voci passate e di figure dei tempi andati. Mi sembrava quasi di fare un salto nel tempo.
Ora nel buio più totale non so che pesci prendere. Anche il mio cellulare si è improvvisamente scaricato e non me lo spiego. Insomma… un completo disastro.
Mentre cerco di trovare una qualche via d’uscita, qualcosa attira la mia attenzione.
Sul palco, davanti a me, una luce fioca si fa spazio nell’oscurità. Il sipario chiuso si tinge di porpora creando un’atmosfera quasi surreale. D’incanto, come in una proiezione evanescente e un po’ sbiadita, si delineano lentamente i contorni di una figura femminile i cui tratti diventano sempre più netti e visibili. Eppure è tutto spento. Mi volto automaticamente. Non c’è nessun proiettore e nessuna fonte di luce dietro di me.
«Ok… Tranquilla… è solo la tua immaginazione. Ora chiudi gli occhi e vedrai che quando li riapri non ci sarà nulla…». Niente da fare… è sempre lì. Per poco non collasso restando impietrita di fronte a quella visione. Non riesco a crederci. La figura sta osservando con aria tra il mesto e il malinconico proprio il sipario chiuso, girandosi lentamente verso la platea fino a fermarsi con lo sguardo su di me. Dire che mi sento gelare è troppo poco…
Un’espressione un po’ sorpresa e forse anche infastidita è quella che ora anima quel viso dai lineamenti forti e decisi. Trattengo il respiro senza riuscire a muovere un dito.
Uno sguardo che sembra leggermi nel pensiero, penetrando fin dentro l’anima per sapere chi sono e cosa faccio in questo teatro vuoto ed un sorriso leggermente ironico le affiora sul viso.
Un volto che più che bello ha quel fascino che rende la bellezza quasi inutile. Occhi e capelli scuri. Corporatura snella e fiera. Indossa un vestito chiaro in stile fine ottocento con merletti e pizzi e con dei fiori scuri applicati partendo dalla vita per finire in diagonale verso la scollatura. Mi sembra di averlo già visto da qualche parte, ma non sono troppo lucida per ricordarmi dove. Una collana di perle e dei guanti molto eleganti completano la sua mise.
«Così sei rimasta chiusa qui dentro a farmi compagnia, vero chérie?». Ride… Spezzando così il silenzio con la sua risata squillante. La voce è un po’ roca dai toni caldi.
Sparisce per riapparire praticamente a un metro di distanza da me con un’espressione sorpresa. Sono tesissima come una corda di violino e mi accovaccio nella poltrona quasi a voler sparire anche io.
«C'est incroyable, mais vrai! Dopo molto tempo lo sguardo di uno spettatore o meglio di una spettatrice si posa ancora su di me! Mon Dieu… di certo avrei preferito un bel giovanotto con aria sognante invece di una donnicciola impaurita, uff…» Dice gesticolando con la mano e mettendosi seduta accanto a me sospirando platealmente. Sembra che si stia divertendo nel prendermi allegramente in giro. Forse un suo modo per rassicurarmi un po’… chissà.
«Sai chi sono vero?»
Annuisco freneticamente.
«Ti hanno mangiato la lingua? Non ti stupire di vedermi. Io ho imparato che le sorprese della vita non sono mai finite. Quando pensi che non ce ne siano più ecco arrivarne di nuove».
«Mi scusi se non l’ho salutata come si deve Madame, ma sono ancora un po’… sorpresa». Riesco finalmente ad articolare. Mi sgranchisco la voce per farmi coraggio…
Ride ancora «Bonsoir, ma chérie. Ma chiamami Sarah… Nessuno pronuncia più il mio nome e mi sento sola e inutile». Alza il sopracciglio sinistro con tristezza. La mimica facciale del suo viso è incredibile. Passa dall’allegria alla tristezza in un battibaleno. Comunica con il solo sguardo.
«Madame… Sarah…Posso chiederle perché si trova ancora qui?»
«Oh di certo il mondo non l’ha dimenticata e né tantomeno il tempo può cancellare il suo ricordo. Credo sia impossibile. La prego mi racconti qualcosa di sé». Dissi mentre cominciavo a riprendermi.
«Ahhh la vita… troppo in fretta è passata… ho ancora tanta voglia di vivere… ora respiro solo attraverso i ricordi. Ho messo la mia anima in una bottiglia vuota e l’ho lanciata nell’oceano dell’eternità. Io che vivevo ad ogni costo il mio spirito ribelle, il mio essere diversa. Ma dimmi cosa vuoi che ti racconti…» Dice roteando gli occhi e sospirando. Ha solo voglia di parlare di sé.
«Tutto quello che vuole. Mi piace molto ascoltarla». Mi sistemo meglio sulla poltrona.
«Ascoltare? Oui… Io ho vissuto per essere ascoltata… ammirata… per essere amata… Dovevo far vedere che valevo qualcosa. Che ero nata per valere qualcosa. Non ho mai contato nulla per nessuno nemmeno per mia madre. Ho cercato così tanto il suo amore… Ma io potevo farcela!! E ce l’ho fatta! Pensare che provenivo da una famiglia ebrea e che avrei voluto farmi suora… sono sempre andata contro corrente. Mmmm… devo comunque ammettere che ero un po’ strana». Dice accarezzando i fiori scuri che ornano la scollatura del suo bel vestito.
«Era semplicemente Sarah…» D’improvviso mi viene in mente dove avevo visto quel vestito. In alcune foto di scena per “La Dame aux camélias”.
«Oui ma chérie… Posso iniziare a dirti come ho vissuto… amando a denti stretti e pugni chiusi. Con quella passione e testardaggine che mi caratterizza… senza mezze misure. Gesti… sguardi… quanto ho parlato con il mio corpo. Sai perché mi chiamavano la Voce d’oro… la Voix d’or? Perché recitando sapevo incantare, sapevo comunicare, sapevo trasformarmi ogni volta in un personaggio diverso, femminile o maschile, amandolo profondamente e rendendolo vivo, umano».
«È bello sentirla parlare. Comunica energia...» Mi rendo conto di pendere dalle sue labbra.
«Ricorda che la vita genera vita e l’energia crea energia. Mai fermarsi. Mai arrendersi. In ogni cosa che fai mettici tutta te stessa. Io amavo recitare, scolpire, dipingere, collezionare…
Il teatro è stato il mio primo vero amore che non mi ha mai tradito e abbandonato. L’ho capito subito… da quella mia prima e un po’ timida interpretazione. Quando alla fine… chiuso il sipario… ho sentito uno scroscio di applausi che mi ha riempito il cuore per la prima volta nella vita… e ho pianto… sì ho pianto!! Da allora le sono stata sempre fedele».
«Un po’ anticonformista per quell’epoca…»
«Solo? Del tutto anticonformista! Sono stata un vero ciclone di anticonformismo. Ahhhh che nostalgia! Non mi sono negata nulla. Molti mi hanno avuta ma non sono mai appartenuta a nessuno. I miei amanti… mio marito Damala… sono stati una delusione. Non mi hanno saputo amare… neanche loro ne sono stati capaci. Chi mi ha amato è stato solo il mio pubblico. Ma non è stata solo la mia esperienza. Anche Eleonora, e molte altre si sono lasciate umiliare per amore da uomini che non erano uomini». I suoi gesti accompagnavano sempre le sue parole come un’azione inscindibile.
«Parla di Eleonora Duse? Eravate così rivali come si raccontava?»
«Mon Dieu… si è favoleggiato tanto sulla nostra rivalità che hanno tralasciato anche la nostra voglia di confronto e di crescita personale. Quel… Gabriele ha creato tante situazioni di competizione, ma alla fine entrambe eravamo consapevoli della nostra bravura. Se qualche rivalità c’è stata, sicuramente è stata una rivalità costruttiva e non distruttiva come taluni volevano che fosse. Ho anche invitato Eleonora a Parigi per recitare sul palco di questo stesso teatro. Era il 1897 e ricordo che è stato un momento interessantissimo e prolifico per entrambe. Non eravamo amiche ma nemmeno nemiche».
«Sarah per il teatro ha dato tutto anche la sua gamba…»
«Oui… c’est vrai… Sì è vero. Non mi sono mai risparmiata in nulla. Ho dato tutto al mio teatro. La vita… la salute. La gamba mi fu amputata mentre interpretavo il personaggio di Tosca. Durante l’ultima scena in cui simulavo il suicidio di Tosca dalle mura di Castel Sant’Angelo, gettandomi sono caduta malamente e senza la presenza di nulla che attutisse il colpo (si erano dimenticati di mettere il materasso!!). Ahhh!! Che dolore!! Non ho perso tempo però… dovevo operarmi subito. Ho detto a mio figlio che era contrario ad un tale scempio: “Scegli… O mi opero o mi uccido!” Non avrei mai sopportato troppo dolore. Ma nulla neanche questo incidente e questa menomazione mi hanno allontanato dalle scene. Non mi sono arresa! Ho tenuto duro!»
«Così ha continuato a recitare… fino al giorno della sua morte…». Dico senza celare la mia ammirazione.
«Quel giorno… non si trattava più di fingere la mia morte come sul palcoscenico… quel giorno la morte era la protagonista assoluta ed io una spettatrice che passivamente la aspettava. Non era più come dormire scherzosamente in una bara come avevo fatto da giovane sfidando con ironia la morale dei benpensanti, ma ora quella bara sarebbe stata la mia ultima dimora. Mi sono accasciata a terra al termine di una scena del film “la Veggente”. Qualche giorno dopo sono spirata tra le braccia di mio figlio Maurice. Era il 26 marzo del 1923. Sono fiera di aver recitato fino alla fine!»
Un improvviso rumore in fondo al teatro fa trasalire entrambe e subito si sente qualcuno urlare un francese «Qui va là?». Probabilmente il custode nel suo giro di perlustrazione.
Mi volto verso Sarah e vedo che sta scomparendo. La luce che lentamente aveva accompagnato la sua venuta ora sta accompagnando la sua uscita.
Bisbiglio velocemente. «Au revoir Sarah… sono contenta di averla conosciuta». E come in un bisbiglio di risposta riesco a sentire «Adieu chérie, non dimenticarmi».
Ritrovandomi nel foyer del teatro accompagnata dal custode che mi guarda seccato, penso all’esperienza indimenticabile appena vissuta.
«Adieu Sarah. Non ti dimenticherò». Sussurro mentre il portone si chiude alle mie spalle.
Maria T.
Ho tardato un po' a pubblicare questo post perché la mia onorata fotocamera Nikon ha deciso che era giunto il momento della fine della sua onorata carriera durata più di nove anni e quindi sono stata costretta mio malgrado a provvedere ad una opportuna sostituzione...
PS. Posterò in seguito le foto dettagliate dell'ultimo libro su Sarah che avete visto in questo post e che conclude la serie della collezione a lei dedicata. Poi vi prometto che cambio argomento ;o)
giovedì 2 dicembre 2010
L'intervista impossibile... The impossible Interview
Durante le mie solite ricerche per completare la collezione su Eleonora Duse, mi sono imbattuta in un articolo che mi ha entusiasmato. Così ho contattato l'autrice chiedendole il permesso di poterlo pubblicare sul mio blog. La fantasia e la delicatezza di questa “Intervista impossibile” a questo personaggio indimenticabile merita tutti gli onori. L’autrice è Francesca Panzacchi dal sito Liberaeva. Grazie Francesca per questo piccolo gioiello.
Vorrei condividerla con voi proprio per farvi conoscere questa donna con la D maiuscola incorniciandone il ritratto con qualcuna delle mie miniature e con quelle acquistate da Lia e Alma (vedete il post precedente).
Un’attrice che ha dato tutto per amore senza risparmiarsi e la cui bravura è diventata leggenda. Internet è pieno di sue autobiografie ma credo che questa intervista di fantasia le renda omaggio più di qualsiasi altro testo. È solo in italiano perché non esistono traduzioni e quindi chiedo alle amiche di altre lingue, la pazienza di utilizzare il traduttore di google sulla destra.
Quindi prima di iniziare questa lettura, sempre per chi ha qualche minuto per sognare un po', chiudete gli occhi... e immaginate la sua figura bellissima ed eterea nel suo camerino seduta davanti al suo specchio intenta a prepararsi per entrare in scena... Poco belletto e pochi trucchi perché lei non li ama molto... il suo viso è sempre luminoso della sua naturale bellezza. Una bellezza appena scalfita dal tempo inclemente ma che nulla teme di fronte a chi riesce con l'età ad apparire ancora più affascinante. Solo i capelli cura in maniera molto attenta.
Lo stile Liberty è addolcito da un accenno di antico e tradizionale che l'attrice non disdegna. Lei ama uno stile più sobrio rispetto a Sarah Bernhardt e lo dimostra nel modo di vestire e nel suo modo di recitare... il tutto è condito da una classe innata che la fa apparire quasi irraggiungibile.
E mentre si prepara, risponde serena alle domande di colei che la intervista.
Ecco a voi…
L'intervista ad Eleonora Duse…