mercoledì 27 luglio 2011

Domine... QUO VADIS?

Vi avevo promesso un viaggio in tempi molto antichi... anzi antichissimi. Eccolo qui! Siete pronti?
Oggi vi porto nell'antica ROMA! La mia meravigliosa città. Una città che amo comunque nonostante i suoi difetti.
La storia che vi racconto? È quella dell'autore Henrik Sienkiewicz: QUO VADIS


Un proverbio popolare dice che "Tutte le strade conducono a Roma" ed in passato ciò era abbastanza veritiero perché le strade romane erano disegnate in modo tale da impedire alle Province dell'Impero di organizzare una propria resistenza. Al momento della massima espansione di Roma, la rete viaria romana misurava circa 80.000 Km suddivisi in 29 strade che da Roma si diradavano per tutto l'impero fino ad arrivare in Britannia e in Mesopotamia, dalle Colonne d'Ercole al Mar Caspio.
Iniziamo quindi la nostra storia proprio da una di queste strade: la VIA APPIA ANTICA.



Dunque... Chiudete gli occhi e immaginate una lunga strada lastricata di basalto e contornata da alti pini le cui fronde vengono accarezzate dal vento in un caldo pomeriggio estivo. Questa strada è l'Appia Antica, una strada sulla quale un tempo si vedevano passare soldati romani e viandanti, commercianti e carovane. Una tra le vie più importanti e note sino ad oggi.

Proprio su questa strada verso il bivio con l'Ardeatina, si trova una piccola chiesa: S. Maria in Palmis, nota con il nome Chiesa del "Domine Quo Vadis"


Questa chiesa, piccola e insignificante all'apparenza, è in realta un luogo pieno di atmosfera che ci riporta subito in un passato lontanissimo.
Il nome di questa chiesa ricorda appunto un episodio molto particolare della vita dell'apostolo Pietro. Ad egli, mentre fuggiva da Roma a causa della persecuzione di Nerone, apparve Gesù in veste di viaggiatore. Alla domanda di Pietro "Domine Quo Vadis?" (Dove vai Signore?), la risposta fu "Vado a Roma per farmi crocifiggere di nuovo". A queste parole, l'apostolo tornò a Roma per restare vicino alla comunità dei cristiani perseguitati e affrontare serenamente il martirio. Pietro fu infatti crocifisso a testa in giù.
In questa chiesa si trova in copia (l'originale è nella vicina San Sebastiano fuori le mura), una lastra di marmo con sopra impresse due impronte che la leggenda vuole siano di Gesù quando apparve a Pietro. La lunghezza delle impronte è di 27,5 cm che corrisponde a un numero di calzatura pari a 44/45, misura notevole per l'epoca. In realtà potrebbero essere degli ex voto di qualche viaggiatore ma dato che le leggende portano sempre a dei fondamenti di verità, perché non crederci?


The Santa Maria in Palmis church, better known as Chiesa del Domine Quo Vadis (literally, the Church of "Lord, Where Are You Going?") is a small church on the Appian Way in Rome. The Chiesa del Domine Quo Vadis is located on the spot where tradition says Saint Peter had a vision of the risen Christ while fleeing persecution in Rome. According to the apocryphal Acts of Peter, Peter was surprised to see Jesus and asked him: Domine, quo vadis? ("Lord, where are you going?") And Jesus answered:
Eo Romam iterum crucifigi ("I go to Rome to be crucified anew.").
This convinced Peter to turn around and face crucifixion himself in Rome. Evidence for the presence of the Apostle Peter in this area, where he is said to have lived, includes an epigraph in the catacombs of Saint Sebastian that reads "Domus Petri" (house of Peter) and an epigram by Pope Damasus I (366-384): "You that are looking for the names of Peter and Paul, You must know that the saints have lived here".
The two footprints on a marble slab at the center of the church — nowadays a copy of the original, which is kept in the nearby Basilica od San Sebastiano fuori le mura — are popularly held to be a miraculous sign left by Jesus. It is to these footprints that the official name of the church alludes: palmis refers to the soles of Jesus' feet. It is likely that these footprints are actually the draft of an ancient Roman "ex voto", a tribute paid to the gods for the good outcome of a journey.

Torniamo ora al mio libro. Questo post come vedrete sarà più lungo del solito.
Questa piccola opera è composta da due libri che mi hanno dato parecchio lavoro. La versione originale in realtà è composta da un solo libro ed ho voluto suddividerla io perché ne vale veramente la pena per le belle immagini e soprattutto per completare l'intera storia.


Il testo è dell'edizione francese del 1910 edita da Pierre Lafitte (Paris). Scritta ovviamente da Henrik Sienkiewicz la prima edizione uscì in lingua polacca e il suo successo la fece tradurre in tutto il mondo. La copertina, il cui disegno ho preso da internet, non è quella originale perché purtroppo come spesso accadeva, le copertine dell'epoca sono assolutamente anonime o rovinate dal tempo. Così ho aggiustato questa, personalizzando il dorso e adattandolo al mio scopo. Mi sembra il risultato non sia venuto male. Anche la carta decorativa interna è opera mia. Non è leggibile se non nei titoli visto che è assolutamente in scala con il testo originale.


I have created this special collection in 1:12 scale with the original text of the 1910 French Edition published by Pierre Lafitte (Paris). A novel written by Henryk Sienkiewicz. These are two books (volume one and volume two). This is not an integral version but in both of these volumes you can find the most beautiful pictures of the original version and the most important chapters of this story. It is almost complete. The cover isn't the original because in reality the original is a cover anonymously without decorations. At the end of each book you can find two pages with the original advertising of that's time (1910).
You can read well only the titles but you cannot read the text because it is exactly in scale with the original.


Lo stile testuale di questa versione mi ha assolutamente affascinato perché rispetta lo stile di stampa francese dei primi del novecento. Art Nouveau e Deco sempre presenti.


Le immagini che vi mostro sono prese da entrambi i piccoli volumi. I libri misurano 2,2 cm di altezza per 1,55-1,57 circa di larghezza.

La storia di Quo vadis la ricordate vero? Soprattutto la bellissima pellicola del 1951 con Robert Taylor e Deborah Kerr. Quante volte l'ho vista e ho sognato vedendo le atmosfere antiche della mia Roma. Per questioni di tempo attingerò sempre alla utilissima fonte di Wikipedia.

L'azione si svolge a Roma tra gli anni 64 e 68, durante il regno di Nerone. Il tema è il conflitto tra il cristianesimo e la corruzione nel governo dell'impero romano, in particolare nell'ultimo periodo della dinastia giulio-claudia. I personaggi e gli eventi sono rappresentati da una miscela di figure e situazioni storiche reali e inventate.
Il film racconta la storia di un comandante militare romano, Marco Vinicio, di ritorno dalle guerre, che si innamora di una cristiana, Licia, e viene incuriosito dalla sua religione. La loro storia d'amore è raccontata nei confronti del più ampio contesto storico del primo cristianesimo e la sua persecuzione da parte di Nerone. Anche se cresciuta come romana perché era la figlia adottata di un generale in pensione, Licia è tecnicamente un ostaggio di Roma. Marco persuade Nerone di darla a lui per i suoi meriti militari. Licia si risente per questo, ma l'amore per Marco prevale.


Nel frattempo, le atrocità di Nerone diventano sempre più scandalose ed i suoi atti più folli. Quando l'imperatore brucia Roma e accusa i cristiani, Marco corre a salvare Licia e la famiglia di lei. Nerone li cattura insieme a tutti i cristiani, e li condanna ad essere uccisi nell'arena. Anche Marco è arrestato per aver tentato di salvare Licia. In carcere, Pietro, arrestato anche lui, unisce in matrimonio i due giovani; infine, Pietro è crocifisso a testa in giù, dietro sua richiesta ("Morire come Nostro Signore è più di quanto io meriti").
Poppea, la moglie di Nerone, che brama l'amore di Marco, elabora una diabolica vendetta per il suo rifiuto. Licia è legata ad un palo di legno nell'arena. Viene fatto entrare nell'anfiteatro un toro selvaggio, ed Ursus, l'enorme guardia del corpo di Licia, deve cercare di uccidere la bestia a mani nude, altrimenti Licia sarà uccisa dall'animale. Marco è legato al palco degli spettatori e costretto a guardare, con l'orrore dei suoi carcerieri, anche loro presenti allo spettacolo. Quando tutto sembra senza speranza, Marco esclama: "Cristo, dagli forza!", subito dopo il quale Ursus riesce a spezzare il collo del toro. Enormemente impressionati dal coraggio di Ursus, la folla esorta Nerone di risparmiarli, cosa che l'imperatore non è disposto a fare. Ma Marco spezza le corde che lo tenevano legato, balza nell'arena, libera Licia con l'aiuto delle sue truppe fedeli, e annuncia che il generale Galba, in quel momento è in marcia su Roma, intenzionato a sostituire Nerone.


La folla, fermamente convintasi che Nerone, e non i cristiani, sia il responsabile dell'incendio di Roma, si rivolta. Nerone fugge al suo palazzo, dove strangola Poppea a morte, incolpandola per tutto. Acte, una donna cristiana che in passato aveva amato Nerone senza essere ricambiata, lo implora di suicidarsi prima che la folla espugni il palazzo, poiché egli ha vissuto come un mostro e ora dovrebbe morire come un imperatore. Nerone non è in grado di farlo lui stesso, così Acte gli pianta un pugnale nel petto.
Marco e Licia ora sono liberi e trovano la felicità. (Fonte Wikipedia)

"The novel Quo Vadis tells of a love that develops between a young Christian woman, Ligia (or Lycia), and Marcus Vinicius, a Roman patrician. It takes place in the city of Rome under the rule of emperor Nero around AD 64.
Sienkiewicz studied the Roman Empire extensively prior to writing the novel, with the aim of getting historical details correct. As such, several historical figures appear in the book. As a whole, the novel carries an outspoken pro-Christian message.
Published in installments in three Polish dailies in 1895, it came out in book form in 1896 and has since been translated into more than 50 languages. This novel contributed to Sienkiewicz's Nobel Prize for literature in 1905. Several movies have been based on Quo Vadis including the 1951 Hollywood production".
(Wikipedia Source)


Alla fine di ogni volume ho lasciato, come nella versione originale, le pagine pubblicitarie che di solito gli editori francesi (soprattutto anche editori di riviste), aggiungevano alla fine del libro.



Queste pagine mi sono piaciute e danno ancora un tocco di antico a questi libri, quindi le ho lasciate.

Spero che la storia vi sia piaciuta. Vi do appuntamento con un'altra storia antica che mi ha sempre affascinato. Quale? Un piccolo suggerimento lo trovate già sul mio Etsy.

Un saluto a tutti voi
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